Sulle vette dell’Aspromonte Beppe addenta pigramente una mela. Ha deciso di fare anche lui i turni di guardia ma la notte è davvero lunga e gli occhi molto stanchi.
Che poi chi glielo ha fatto fare si chiede, il pensiero vola, verso la sua gioventú, ora non ha piú l’eta, anche se continua a sostenere il contrario, piú per mero orgoglio per altro.
Qualche anno fa era ancora forte e scattante, la mente era allineata al corpo, ora invece il corpo e la mente sono peggiorati, ma il corpo di piú. E lui ha sonno, oh se ha sonno. Non ha quasi piú la forza di montare a cavallo, figurarci fare i turni di guardia, si appoggia alla canna del fucile, per un attimo sogna di far partire un colpo mentre è appoggiato e finalmente dormire, poi una civetta lo distrae. Uccelli particolari i rapaci notturni, li ha sempre trovati affascinanti anche se molto distanti da lui per ovvi motivi, non ha piume o penne né tantomeno il becco adunco. Forse da giovane gli dicevano che aveva lo sguardo da rapace ma lui non ci ha mai creduto davvero, secondo lui volevano solo blandirlo.
Comunque la mezzanotte è passata da circa due ore e ne ha almeno altrettante davanti a lui, e lí sull’Aspromonte non succede mai niente, in effetti perché diavolo si sono accampati lassú, quando potevano scorrazzare nelle pianure del centro Italia, combattendo tra le esplosioni e gli spari, ah essere un eroe, ecco a cosa si sentiva destinato.
Invece era costretto a fare quel noiosissimo turno di guardia, con quelle bestie antropomorfe che mimavano la civilità con quelle camicie rosse e sbrindellate, prima o poi faranno quadri che racconteranno le loro imprese, ma dovranno migliorare di molto la realtà, perché quei pecorari briganti puttanieri mal si sposano con l’eroismo. Ma quanto tempo è passato da quando ha dato il morso alla prima mela, non lo può dire, ormai i minuti si mescolano tra loro come i pensieri cui non riesce a stare dietro, forse se si addormenta nessuno se ne potrà accorgere, forse sta già dormendo e nessuno se ne è accorto, furbologo lui, nessuno sa e nessuno può sapere, quindi dorme e al diavolo la guardia, l’Aspromonte, l’Italia.
Giuseppe Garibaldi si addormenta mentre una palla di cannone sorvola la sua posizione colpendo il campo base, ma ormai dorme cosí bene, è un peccato svegliarlo.
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Non sapevo che con i garibaldini ci fosse pure Garibaldi!
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Eh!
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È una cosa che sanno in pochi. Ysingrinus come Nebo.
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Quale onore!
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Non so niente di Nebo, io reggo l’architrave. E’ una divinità dell’Aspromonte?
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L’Aspromonte non esiste.
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Nebo è il più grande narratore mai vissuto, dopo Ysingrinus. Egli vive su bagniproeliator.it
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Troppo buono, però è vero che vive lí.
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Io non sono un mentitore
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Una volta c’era il paradosso del mentitore.
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Io l’ho disinnescato
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Ma te lo ricordi il Mentitore?
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Ma certo. Dov’è?
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Se vuoi ti dico dov’è fuori di qui.
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